Nei bambini con ritardo nell’acquisizione di linguaggio in età prescolare è possibile osservare un incremento del rischio di sviluppare disturbi dell’apprendimento durante il percorso scolastico (Wallace et al. 2015).
I bambini con ritardo sia espressivo che recettivo hanno una prognosi peggiore, rispetto al ritardo espressivo che in molti casi si risolve spontaneamente entro i 5 anni.
Per questo motivo l’Istituto Superiore di Sanità definisce affetti da disturbo di linguaggio i bambini che a 5 anni cadono sotto il 10° percentile in più di una prova di sviluppo del linguaggio e che mantengono tale livello di prestazione fino agli 8 anni (estratto del decreto ministeriale del 13 aprile 2013 - attuazione della legge 170 2010 ).
Cosa si deve osservare e monitorare a 3 anni?
Dal terzo anno di vita, nell’area della comprensione bisogna verificare che il bambino capisca ordini semplici (esempi: vieni, dammi, prendi). Il momento del gioco e delle routine diventa importante per appurare se vengono prese iniziative verbali e socioconversazionali.
Relativamente alla produzione orale, invece, occorre accertare che il bambino produca un numero vario di fonemi, con un eloquio intelligibile almeno per il 70% composto da frasi lunghe almeno 3,5 parole. Il lessico dovrà avere un’ampiezza di 200-300 parole.
Cosa si deve osservare e monitorare a 4 anni?
Compiuti i quattro anni, la verifica dell’area della comprensione dovrà riguardare racconti brevi.
Oltre a ciò, la produzione orale del bambino va verificata sia a livello fonetico (produzione corretta di tutti i suoni, eloquio intelligibile al 100%), che a livello lessicale, dove bisogna accertarsi che il bambino utilizza, nel raccontare, frasi corrette a livello sintattico e morfologico. Dovranno inoltre essere usate e ripetute correttamente anche parole lunghe.
Cosa si deve osservare e monitorare a 5 anni?
Nel bambino di 5 anni bisogna verificare l’adeguata comprensione e produzione di parole, frasi e racconti nei diversi contesti didattici, oltre che la capacità di operare a livello fonologico, ad esempio con rime e analisi e fusioni di sillabe.